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Ettore Santodirocco, un architetto visionario per un enorme Santuario del SS. Crocifisso di Varano

Nell’ottobre del 2017, sul noto sito di vendita Ebay, comparve un’asta alquanto interessante in riferimento al Santuario del SS. Crocifisso di Varano nel territorio di Ischitella. L’asta comprendeva un progetto architettonico datato 1947, a firma dell’architetto Ettore Santodirocco, originario di Ischitella, con l’intento di erigere un gigantesco santuario a sostituzione dell’attuale Chiesetta dell’Annunziata, edificio che attualmente custodisce la statua del miracoloso crocifisso del XIV sec.

Un progetto visionario e avveniristico

Secondo la visione dell’architetto Santodirocco il nuovo Santuario sarebbe divenuto un polo non soltanto religioso ma anche culturale, con annesso un convento francescano e vari locali per il ricovero di pellegrini e per l’istituzione di una scuola agraria e una di arte e mestieri. Tale struttura avrebbe contribuito “allo sviluppo culturale e professionale dei giovani di quella vasta regione, sotto il segno della croce, e sarebbe stata opera di alto valore sociale” secondo la relazione dello stesso Santodirocco. Il luogo sarebbe stato collegato da un facile allacciamento stradale a semicerchio tra la strada statale 89 e la stazione ferroviaria di Ischitella. Per Santodirocco la costruzione di questo nuovo santuario poteva essere a tutti gli effetti un “benificio per quelle popolazioni di vasta portata spirituale e sociale, onore e merito, nuova gemma dell’ordine dei frati minori di S. Francesco”.

“Quel luogo, attraverso la sua opera, doveva essere sostenuto da un’organizzazione religiosa – ha riferito l’Ing. Lazzaro Di Blasio – in particolare da un convento. Sappiamo bene che a quei tempi si produceva cultura e attività. Ci dovevano essere una serie di attività culturali, convegni, conferenze, e anche turismo dal fatto che si prevedeva la realizzazione di un porticciolo.

“Il progetto dal punto di vista artistico e compositivo è un’opera d’arte – ha aggiunto l’Ing. Di Blasio di Ischitella, visionando gli elaborati – Sono rimasto entusiasta della passione che mettevano a quei tempi i nostri colleghi professionisti. Non c’erano gli strumenti di oggi, per cui si poteva fare soltanto la professione con amore e passione, e questo progetto lo dimostra esattamente”.

Un’opera meravigliosa solo su carta

Con i suoi 70 metri di altezza, il campanile del nuovo Santuario sarebbe divenuto uno dei più alti dell’intera provincia e regione, ma ciò avrebbe di certo stravolto l’intero landscape della piana del Lago di Varano. Ma il danno più tangibile, che avrebbe cancellato un intero patrimonio storico, sarebbe stato l’abbattimento dell’antica chiesetta dell’Annunziata, presente almeno dall’anno 969 secondo lo storico Giovanni Checchia.

“Oggi un’opera del genere non sarebbe stata accettata – ha commentato l’Ing. Di Blasio – perché non si era tenuto conto dell’aspetto storico, paesaggistico e affettivo. Santodirocco non si era posto il problema di tutela per quella chiesetta” infine ha aggiunto “C’è comunque da sottolineare che l’architetto originario di Ischitella è stato un cittadino che si è ricordato della sua terra. Un progetto compositivo meraviglioso che è bello vederlo, ma solo su carta. Un atto di fede di una persona che conosceva il vangelo e lo ha messo in mostra attraverso l’architettura”.

Ettore Santodirocco, un architetto dimenticato

Si hanno poche notizie sulla persona di Ettore Santodirocco, l’unica cosa certa è che in un certo periodo della sua vita ha dovuto lasciare il suo paese natio di Ischitella, nella prima metà del novecento, per trasferirsi a Genova, aprendo un proprio “Studio Tecnico Artistico” in Via Pagano Doria 44/15.

Nel 1942, dopo i primi pesanti bombardamenti inglesi sul capoluogo ligure, l’architetto Carlo Ceschi, sovrintendente ai monumenti per la Liguria, incaricò Santodirocco a disegnare le più importanti chiese e palazzi genovesi per poterli ricostruire in caso di danni di guerra. Negli anni ’60 Santodirocco ideò una nuova tecnologia legata ai materiali plastici per l’azienda Canepa & Campi, leader nella produzione di cinture di salvataggio e mute di sopravvivenza, consentendo di produrre alcuni articoli per il salvataggio in mare quali, per esempio, i salvagente anulari e gli apparecchi galleggianti Atollo, nonché articoli per l’impiego marino generali quali gavitelli e boe prendisole. Fino alla fine degli anni ’80 ha coperto anche la Direzione Tecnica del Reparto Laboratorio per la stessa azienda Canepa & Campi e una cattedra presso l’Istituto Nautico di Genova.

L’ing. Lazzaro Di Blasio mentre consulta il progetto dell’Arch. Ettore Santodirocco

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