Gargano, terzo morto. C’è un indagato per il rogo |
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L’incubo del 24 luglio non si spegne a Peschici. Alle due vittime dell’incendio che, martedì scorso, ha devastato la cittadina del Gargano, se n’è aggiunta un’altra. Ieri all’ospedale Gaslini di Genova è morto Domenico De Nittis, un sessantaduenne di Peschici, proprietario di un chiosco situato sulla strada che conduce a Vieste. Il suo esercizio commerciale era stato colpito dalle fiamme e vani sono stati i suoi tentativi di sedarle; l’uomo ha riportato gravi ustioni sul 60 per cento del corpo. Ha resistito per quattro giorni. Ieri non ce l’ha più fatta.
Le indagini, intanto, muovono i primi passi: gli esperti della Forestale, giunti in Puglia da Roma, sono riusciti a stabilire l’orario di inizio della tragedia: l’incendio sarebbe scoppiato tra le ore 10.12 e le 10.37 di martedì scorso. E, soprattutto, qualcosa si è mosso anche sul fronte delle indagini: un uomo, visto in zona proprio intorno a quell’ora, sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura della Repubblica di Lucera. Su di lui pendono le accuse di incendio boschivo colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime e rifiuto di atti d’ufficio. Sarebbe indagato per non aver attivato la procedura d’allerta: quella che, se messa in moto in tempo, avrebbe potuto magari impedire o, almeno, limitare il propagarsi del rogo. E, forse, salvare tre vite umane.
L’uomo è un dipendente dell’Anas che, secondo alcune testimonianze, sostava a bordo di una Fiat Panda arancione sul ciglio della strada statale 89. «Era tranquillamente fermo nella sua auto - ha raccontato un turista - L’ho messo in allarme, dicendogli che avevo notato un principio di incendio e lui, rassicurandomi, ha detto che da lì a poco avrebbe controllato la situazione. Poco dopo mi sono recato in un’area di servizio non molto distante e ho, nuovamente, incontrato quell’uomo. Quando sono uscito dal bar della stazione di servizio mi sono accorto che l’incendio era divampato velocemente».
È stata la prima denuncia, depositata dal testimone ai carabinieri. Accanto a questa testimonianza c’è anche quella del gestore di un esercizio commerciale nel centro di Peschici. «Il giorno successivo all’incendio - sostiene il secondo testimone - ho sentito molti clienti lamentarsi del mancato intervento di un uomo a bordo di una Panda dell’Anas. Ricordo che un turista toscano di circa 50 anni spiegava a un amico quanto accaduto, senza riuscire a capacitarsi».
Fonte: il Giornale
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